L’isola di Ortigia è un piccolo fazzoletto di terra, uno dei chilometri quadrati più belli d’Italia, vero e proprio centro storico di una della città più affascinanti del Bel Paese.
Questa isoletta è collegata a Siracusa grazie a tre ponti, percorribili anche in macchina ma ben serviti dai mezzi pubblici che consentono di raggiungere Ortigia per poi visitarla in lungo e largo a piedi, godendo della bellezza naturale di questo piccolo paradiso.
Ortigia deve il suo nome, molto probabilmente, al toponimo greco che indica le quaglie, uccelli molto diffusi – anche in epoca antica – nel Mediterraneo.
L’isola di Siracusa ha un legame molto forte, secondo il mito, con un’altra splendida isola del mar Egeo: Delo, anticamente chiamata anch’essa Ortigia e legata al culto del dio Apollo.
Proprio nell’Ortigia siciliana, proprio a testimoniare il legame con quella greca e il suo mito, sorge il più grande tempio dedicato al Dio del Sole di tutta la Sicilia.
Ortigia, secondo i reperti e le testimonianze del tempo, fu abitata già all’epoca dell’età del Bronzo ma l’isola restò abitata anche dopo l’occupazione da parte dei greci, diventando il centro sociale, politico e religioso della vicinissima Siracusa.
L’isola fu poi conquistata – dopo lunghe battaglie – dai romani e restò un importante punto di riferimento anche durante il medioevo, per poi passare in mani arabe intorno al 878 d.C.
Ciò che cambiò davvero per sempre la geografia e l’architettura di Ortigia fu senza dubbio la dominazione spagnola: furono infatti gli architetti voluti dai governatori di Castiglia e Aragona a imprimere all'isola il suo inconfondibile stile barocco, che ancora oggi le permettono di definirsi il “centro del barocco siciliano", al pari della splendida Noto.
In epoca moderna Ortigia ha subito un progressivo spopolamento da parte dei siracusani ma, a partire dagli anni ’80 l’isola è stata oggetto di un importante progetto di riqualificazione urbana.