La leggenda della Fonte Aretusa è una delle più famose di Sicilia ed è legata a un luogo ricco di fascino, in cui si incontrano mito e realtà. Il fascino della Fonte Aretusa ha incantato, nel tempo moltissimi poeti e scrittori. Aretusa, narra la mitologia, era una delle ninfe al seguito di Diana. Nel corso di una battuta di caccia, si allontanò troppo dal gruppo, arrivando da sola dinanzi alle sponde del fiume Alfeo. Le acque erano talmente limpide da fare scorgere la ghiaia sul fondo e, vista la giornata molto calda, decise di fare un bagno. Intorno vi era un grande silenzio, interrotto solo dai suoni della natura. Aretusa si tolse le vesti, pensando di non essere vista da nessuno, e si immerse nell’acqua. A quel punto, però, l’acqua si agitò e, proprio mentre Aretusa cercava di raggiungere la riva, le apparve il fiume Alfeo. Questi le si mostrò con sembianze umane, molto bello e con gli occhi colmi di amore. La ninfa, tuttavia, non ricambiava il suo sentimento: si affrettò a uscire dall’acqua, impaurita, ancora senza abiti addosso. Quando le mancarono le forze, invocò l’aiuto di Diana. La Dea, per proteggerla, dapprima la avvolse in una spessa nube, poi la trasformò in una fonte sul lido di Ortigia. Alfeo non si rassegnò comunque: il suo amore era troppo grande. Gli dei ne ebbero pietà e Giove lo tramutò nuovamente in fiume, così da rimanere accanto a lei.
Per tradizione locale, la Fonte Aretusa viene chiamata anche “a funtana re papiri”.
Al di là della leggenda, si tratta di un posto magico in cui poter passeggiare o godere di un favoloso tramonto, e rappresenta una meta turistica obbligatoria nella provincia di Siracusa.