Sabbinirica. Non è un semplice saluto, è molto di più. Va bene sia come benvenuto, che come congedo e ha il significato di “Ca lu Signuri t’abbinidici” (Che Dio ti benedica). Si tratta del saluto più solenne e rispettoso, che si trova in tantissime opere narrative, ma anche nell’uso popolare ed epistolare.
Sivo. È uno stato d’animo particolarmente frivolo, accompagnato da risate. Avete presente quando si inizia a ridere tanto, senza capire bene perché? Ecco, quello è avere il sivo.
Chicchiriddu. È un ciuffetto di capelli che rimane alzato.
Assuppaviddanu. In particolare, si usa l’espressione “Chiovi ad assuppaviddanu”, per indicare la pioggerellina fine, ma persistenze. Una pioggia che sembra leggera ma che, dopo un po’ che ci stai sotto, ti inzuppa dalla testa ai piedi.
Chinnicchiennacchi. Si tratta di un’espressione siciliana molto diffusa, che significa “Ma cosa c’entra?”.
Scucivolo. Si usa in relazione a qualcuno che ha un brutto carattere.
Scunchiurutu. Serve a indicare una persona sconclusionata, che fa cose senza senso.
Cabbasisi. L’espressione “Un ci rumpiri i cabbasisi” si utilizza per indicare che non si vuole essere scocciati.
Boffa. È lo schiaffo.
Camurria. Seccatura, fastidio. “Essiri ‘na ranni scocca di camurrìa” vuol dire essere una grande seccatura (quindi meglio non sentirselo dire!).