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Il Biancomangiare è una pietanza della tradizione Siciliana e molto amata tuttoggi nelle sue varianti dolci.
Inizialmente, questa pietanza veniva utilizzata per rompere il digiuno quaresimale e preparare lo stomaco ad affrontare i grandi pranzi pasquali. Allo stesso tempo, si utilizzava anche come medicinale, o come tipica merenda per i bambini.
Gli ingredienti che compongono il biancomangiare sono di colore candido (da qui il nome). Infatti, la preparazione prevedeva l’utilizzo di filetti di pollo bolliti insieme alla farina di riso, al latte di capra e a quello di mandorle, al lardo bianco ed allo zucchero.
Pur essendo noto come dolce, anticamente il biancomangiare era preparato in versione salata. Al contrario, oggi è una ricetta dolce la cui provenienza risale al XIX secolo, periodo in cui si diffuse come gelatina di latte di mandorle dolcificato.
Nel tempo, questo piatto si è trasformato in un vero e proprio dolce, che oggi fa parte dei Prodotti agroalimentari tradizionali.
È un dolce al cucchiaio, di colore bianco, dalla consistenza così morbida che si scioglie in bocca. Si può mangiare a colazione, a merenda accompagnato da biscotti e a cena come dessert. È un dolce che si prepara molto spesso a casa, data la facilità del procedimento e la bontà del risultato. Molte sono le varianti in Sicilia: alcune ricette prevedono le mandorle messe a macerare, altre il latte di mandorla, altre ancora latte bovino o ovino. C’è chi lo arricchisce con scorza di limone, chi con la granella di pistacchio e chi con fiori di gelsomino o cannella.
In particolare, è accompagnato da crema di latte, amido, estratto di mandorle amare, maizena, zucchero, scorza di limone, marmellata di arance, polvere di cannella e granella di pistacchio.
In altre parole, il biancomangiare racchiude i migliori ingredienti della tradizione siciliana e rappresenta una ricchezza unica per la cucina raffinata dell’isola.