Arenile house

Villas, loft and holiday house

Arenile House

Villas, loft and house holiday


INFO & CONTATTI


arenile.house@gmail.com

SIGNUP NEWSLETTER

    SICILIA UNA TERRA RICCA DI STORIA,CULTURA E ARTE.

    2024-06-09 11:12

    Leone Tamara

    storia,

    La ricchezza artistica, in Sicilia, affonda le origini, con radici profonde e ben salde, nella mescolanza straordinaria e unica delle influenze portat

    La ricchezza artistica, in Sicilia, affonda le origini, con radici profonde e ben salde, nella mescolanza straordinaria e unica delle influenze portate dai popoli d’oltremare.



    La Sicilia sembra protendere e allungare le sue coste verso le altre terre che si affacciano, tutto intorno, sul Mediterraneo. Come fossero braccia che hanno creato, nei secoli, rotte, vie e ponti invisibili verso altri continenti.


    Di un continente, più che di un’isola, è il patrimonio naturalistico, immenso e molto vario. Parchi, riserve e aree protette, terrestri e marine, contribuiscono alla salvaguardia del delicato equilibrio di biodiversità spesso endemiche. Le palme vi crescono rigogliose, il calore del sole e la limpidezza del cielo e dell’aria fanno pensare all’Africa, mentre sul vulcano attivo più alto d’Europa la neve si mescola alla lava.


    La storia, la cultura e la ricchezza artistica, in Sicilia, affondano le origini, con radici profonde e ben salde, nella mescolanza straordinaria e unica delle influenze portate dai popoli d’oltremare. Sono conservati, pressoché intatti, templi e santuari greci, anfiteatri, teatri e ville pavimentate di mosaici del periodo romano. Durante la lunga presenza araba, Balaam - Palermo - per bellezza e splendore era paragonata a una grande e fiorente città orientale. Il periodo normanno rappresenta la concentrazione e la coesistenza perfette delle preziose conoscenze, delle tecniche e capacità delle maestranze artigiane arabe e bizantine, mescolate alle esigenze religiose dei principi guerrieri arrivati dal nord. L’arte è senza frontiere e subisce, è inevitabile, la seduzione della grandiosità del gusto musulmano.


    La potenza politica ed economica degli spagnoli pervade l’architettura di magnificenza barocca che in Sicilia ha trovato terreno fertile. La tradizione e il folclore hanno solcato i secoli senza perdere mai forza e coinvolgimento popolare. Le manifestazioni di carattere religioso testimoniano spesso un’antica origine pagana. Sono la cultura, la memoria e l’identità di una terra e di un popolo e continuano a esistere nella ciclicità del tempo.



    Sono conservati, pressoché intatti, templi e santuari greci, anfiteatri, teatri e ville pavimentate di mosaici del periodo romano. 



    La Sicilia è un giacimento genuino e goloso di gusti e sapori. La cucina regionale ha come scenario la tradizione gastronomica araba, con la prevalenza del dolce e dell’agro, quella francese dei “Monsù”, i cuochi professionisti chiamati a prestare servizio nelle famiglie aristocratiche, e quella contadina, semplice, fatta di prodotti della terra.


    Un viaggio in Sicilia, in ogni stagione dell’anno, offre l’alternarsi continuo di sollecitazione raffinata e appagamento dei sensi. La produzione artistica ricchissima - sette siti dichiarati Patrimonio Unesco di tutta l’umanità - la natura così diversa, capitoli intensi e importanti di storia passata o recente, il cibo che riesce sempre a sorprendere, tutto questo rappresenta l’anima della Sicilia.


    Vorrei arrivare in quest’isola dal mare, come fece J.W. Goethe. E vorrei girare a piedi per sentire addosso tutta la vita che sta dentro le voci nelle strade e nei mercati di Palermo, per lasciarmi avvolgere dal mantello prezioso del Deus Pantocrator del duomo di Monreale e di Cefalù. A Segesta ascolterei il silenzio nel tempio e tutti i suoni della natura seduta nel teatro, da dove la vista fa venire i brividi. Viaggerei verso Trapani, per guardare la linea blu all’orizzonte e intravedere le coste dell’Africa. Visiterei l’isola di Mothia e il Museo del corallo. Mangerei “pane cunzato”, che nella sua semplicità racchiude tutta la bontà delle pagnotte di semola di grano duro, dell’olio appena spremuto, dei pomodori maturati al sole e il profumo intenso dell’origano. Vorrei poi arrivare a Marsala al tramonto, per vedere il sole incendiare l’acqua delle saline e per sentir raccontare la storia del suo vino. 


    Dopo essermi persa nella kasbah di Mazara del Vallo, a Selinunte andrei nel tempio di Hera, a rendere omaggio alla regina dell’Olimpo, dea del matrimonio e della famiglia. Tra mandorli in fiore e alberi di ulivo centenari, lungo le strette strade di campagna che serpeggiano verso Siracusa e la valle di Noto, respirerei l’aria profumata di rosmarino, di salvia e di aglio selvatico che crescono protetti da antichi muretti a secco, opere di una competenza tramandata e quasi scomparsa. Vorrei vedere il sole dorare la pietra gialla del barocco di Noto.


    Attraverso coltivazioni di arance, mandarini e limoni in fiore, vorrei arrivare alle pendici dell’Etna in tempo per la raccolta dei pistacchi e, salendo in boschi di castagni, affacciarmi sul cratere del vulcano per sentirne la preistorica e indomabile forza. Solo dopo aver guardato il mare tutto attorno, scenderei con gli sci su una delle nevi più belle che abbia mai trovato.