Il Museo Aretuseo dei Pupi (Via della Giudecca, 17, Siracusa) è della famiglia Vaccaro-Mauceri, unica rappresentante della scuola siracusana della tradizione pupara siciliana. Apre il sipario sulla propria attività artistica mostrando pupi e marionette di artigianale bellezza, espressione di una creatività originale, tramandata da padre a figlio, da nonno a nipote. Con l'apertura al pubblico del Museo Aretuseo dei Pupi i Vaccaro-Mauceri si prefiggono il compito di mostrare attraverso i pupi, i fondali, le testine e il resto del patrimonio esposto, il valore di una tradizione che portando in scena personaggi epici, quali ad esempio Orlando, assurgeva a riscatto del popolo siciliano che immedesimandosi nei paladini, quindi nella lotta tra il bene e il male, lottava immaginariamente contro gli oppressori.
I pupi siciliani si distinguono dalle semplici marionette per la loro specifica meccanica di manovra e per il repertorio, derivante in gran parte da romanzi e poemi del ciclo carolingio.
I pupi sono alti circa 80 centimetri (asta esclusa) eccetto alcuni personaggi quali ad esempio i personaggi in paggio (più bassi), ovvero ricoperti esclusivamente di stoffa, o i giganti (più alti). Le aste di manovra misurano circa 55 cm dall'impugnatura al perno posto sulla sommità del busto. I visi in cartapesta hanno tonalità e tratti somatici più reali, ornati da capelli, barbe e baffi naturali.
Gli arti inferiori e superiori dell'ossatura sono realizzati in faggio e scolpiti interamente a mano, mentre il busto è realizzato in pino, come del resto la testa sbozzata sulla quale è montata la maschera di cartapesta. Per la decorazione delle parti lignee, dopo accurata levigatura, le superfici sono tinteggiate con una gradazione tonale in tinta con le vesti. Le mani sono ancorate al busto attraverso un cilindro di tela grezza.
Le vesti sono di velluto e broccato. Per le armature i materiali usati sono alpacca, rame e ottone, ogni pezzo dell'armatura viene bordato, sbalzato od arricchito da applicazioni metalliche in contrasto e successivamente assemblato al resto dell'armatura per mezzo di saldature a stagno, o collegando le varie parti con fibbie o legacci di pelle. Vengono usate trafitte e cerniere, rendendo ogni parte dell'armatura asportabile.
Dal 2008 l’Opera dei Pupi è iscritto tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità dell’UNESCO; primo italiano a essere inserito nella lista.