L’albero è originario del Mediterraneo occidentale e, di norma, raggiunge dimensioni che vanno da uno a sei metri di altezza, mentre i frutti sono di un bel rosso. La pianta è davvero caratteristica, tanto da dare vita ad alcuni aneddoti, a partire dal suo nome scientifico: “Arbutus unedo”. “Arbutus” richiama un termine che definisce il gusto asprigno delle corbezzole, “unedo” deriva dal latino “unum edo” e traducibile in “ne mangio uno”. Il corbezzolo siciliano cresce in natura spontaneamente, ma si può anche coltivare facilmente, in giardino o in un frutteto. È longevo e caratterizzata da una crescita rapida. Il fogliame è persistente, con tonalità verde opaco, mentre i fiori sono bianchi.
Il corbezzolo è un piccolo albero da frutto tipico della macchia mediterranea, appartenente alla famiglia delle Ericaceae. E’ uno dei componenti più importanti dell’ecosistema della macchia mediterranea, insieme a piante come il mirto e il leccio. Queste piante negli ultimi anni sono state, loro malgrado, vittime di incendi che ne hanno ridotto fortemente il numero. Per fortuna sono specie particolarmente robuste. Il corbezzolo è una pianta che può vivere fino a 500 anni; appartiene al genere delle sempre verdi, i suoi fiori sono delle piccole campanelle raggruppate insieme e di colore bianco, che fioriscono in autunno tra ottobre e novembre.
I frutti sono delle bacche sferiche di colore rosso acceso, che maturano l’anno successivo alla fioritura.
Le piccole bacche di circa due centimetri, carnose e dal colore rosso intenso, in dialetto siciliano sono conosciute anche come ‘mbriaculu o ummarièddu ” o “mbriacheddri” perché sembra, che a mangiarne troppe, facciano lo stesso effetto che fa l’alcool. I frutti del corbezzolo maturano nell’anno successivo alla fioritura. Per cui in autunno, la pianta si trova a ospitare contemporaneamente fiori e frutti maturi, cosa che la rende particolarmente ornamentale, per i tre colori vivaci insieme: il rosso dei frutti, il bianco dei fiori e il verde delle foglie.
Per questa sua caratteristica, nel Risorgimento, il corbezzolo era considerato un simbolo del tricolore e curiosamente detto anche “Pianta di Garibaldi”. Tra ottobre e novembre, i suoi fiori, ricchi di nettare, attraggono tante api, soprattutto se il clima si mantiene mite. Dai fiori di corbezzolo si ricava un ottimo miele, l’ultimo della stagione, molto pregiato per il suo sapore particolare, amarognolo e aromatico. Questo miele è prezioso perché non capita che tutti gli anni le api siano ancora attive al momento della fioritura, e dunque non sempre è possibile produrlo; sembra sia un vero toccasana contro il mal di gola e un buon alleato nel combattere l’asma.